Esiste, per il futuro delle nostre economie e di noi tutti come individui, un rischio più grande, soprattutto per il suo essere spesso nascosto e imprevedibile, della cybersecurity? Attacchi informatici, violazioni dei dati, truffe di qualsiasi tipo generano ogni giorno nel mondo drammi personali e, di fatto, disuguaglianze digitali che in un futuro in cui immaginiamo la tecnologia come un’opportunità reale di livellamento sociale, sono inaccettabili. Va dunque ripensato, anche per esigenze etiche, il modo in cui proteggiamo le informazioni, i dati e le infrastrutture digitali.
Cyber Security: Un Necessario Cambio di Paradigma
Qui non si parla soltanto di antivirus ma di qualcosa di più e a più ampio respiro: va riconcepita la sicurezza digitale come elemento fondamentale per il benessere sociale, economico e nazionale. Secondo il World Economic Forum, difatti, il costo globale del cybercrime potrebbe raggiungere i 10,5 trilioni di dollari entro il 2025, cioè 10 miliardi di miliardi, un dato certamente spaventoso e che dà l’idea dell’emergenza. Ma come sempre le emergenze possono anche diventare opportunità. Bruce Schneier, esperto di sicurezza informatica di fama mondiale, ci indica la strada: “La sicurezza è un processo, non un prodotto”. Quindi per non è il risultato di per sé l’obiettivo, ma l’introduzione di cultura di difesa consapevole e proattiva contro le minacce informatiche.
La Situazione in Italia
Il nostro Paese fa abbastanza? Città come Roma e Milano, apparentemente, sì, tanto da aver sviluppato centri di competenza sulla cyber security e programmi di sensibilizzazione pubblica. La Capitale, in particolare, ha introdotto il progetto “CyberSec4EU” per sviluppare capacità di difesa informatica a livello europeo, coinvolgendo università, aziende e istituzioni locali. Più in generale stiamo mettendo la cybersecurity all’interno del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), in linea con l’Agenda Digitale Europea. Servono però molti investimenti e molta formazione, e l’Italia ha ancora da colmare il divario di competenze digitali, da migliorare la risposta agli incidenti informatici e da promuovere una maggiore collaborazione tra settore pubblico e privato.
Le Sfide e le Opportunità del Futuro
Per passare ad un modello di sicurezza digitale accettabile si devono risolvere in prima battuta tre grandi criticità: investimenti in infrastrutture tecnologiche, formazione continua dei professionisti del settore e superamento delle resistenze culturali e sociali. E’ la stessa tecnologia ad essere causa ma allo stesso tempo soluzione del problema: si pensi ad esempio alle piattaforme di sicurezza basate sull’intelligenza artificiale, ai sistemi di risposta automatizzata agli incidenti, o ancora ai programmi di educazione alla cyber sicurezza. Un altro aspetto importante, nella chiave di lettura rivolta alla sostenibilità in senso sociale, è di non dimenticarsi mai che al centro di tutto ci sono le persone, che come ci ricordano le parole del programmatore Kevin Mitnick, “sono spesso l’anello più debole nella sicurezza informatica”. In conclusione, la cyber security non è più solo un’opzione, è diventata un’urgenza sociale. Il traguardo è quindi un futuro in cui la sicurezza digitale non sia più una fonte di vulnerabilità e incertezza, come purtroppo è oggi, bensì uno strumento di progresso sostenibile e di miglioramento della qualità della vita globale. Questo è il momento di agire: per rafforzare la cyber security e proteggere i dati, le infrastrutture e la privacy in un mondo sempre più digitale; garantire la sicurezza informatica è essenziale per prevenire minacce, salvaguardare la fiducia e assicurare un futuro tecnologico sicuro e resiliente per aziende, istituzioni e individui, proprio per questo abbiamo deciso di far nascere le Task Force Nazionali di scopo/permanenti di CEOforLIFE, che saranno lanciate durante gli awards 2024 e prenderanno avvio con una serie di kick off meeting (giornate nazionali) dal 2025.